Lavorare dodici ore per tredici euro. Succede nelle campagne del Salento? No, o meglio non solo. Accade nel tortonese, provincia di Alessandria, nel "ricco e civile" Piemonte. Succede che, mesi fa, i braccianti indiani e rumeni si ribellino all'essere stipati come bestie in capannoni senza servizi igenici, senza una paga regolare, senza il minimo rispetto, scoperti da ogni minima tutela contrattuale. Ed allora un sindacalista della Cgil, Antonio Olivieri, si prenda a cuore la lotta degli schiavi del terzo millennio delle campagne piemontesi ed inizi l'occupazione delle terre del padrone schiavista, per non fare arrivare i prodotti e bloccare la vendita delle derrate già disponibili. Passano i giorni, il padrone cede e regolarizza i braccianti, ma subito dopo, accampando la scusa di un riassetto societario, li licenzia e li sostituisce con altri braccianti stranieri che paga poco di più dei precedenti, lasciandoli nelle stesse condizioni. Ed allora ricomincia - ad oggi è ancora in corso - la lotta dei braccianti per riavere il loro posto di lavoro, ingiustamente tolto loro da un padrone che evidentemente si sente al di sopra della legge dello Stato, con il pericolo di una guerra tra poveri, ma con la sfida di Antonio Olivieri e dell'intera Cgil per un'integrazione ed un reciproco aiuto per una lotta che deve unire gli agricoltori sfruttati dell'Alessandrino!
Antonino Martino Sinistra 21 Piemonte.