Diciamo la verità: fino alla tragedia di Parigi, la maggior parte dei commentatori ignorava l'esistenza del settimanale satirico francese "Charlie Hebdo". Sui social network e nelle tv, tutti però rimpiangono gli scomparsi vignettisti, non al grido di "Io sono Charlie" perché ormai nessuno scende più in piazza a gridare, bensì con l'hashtag #jesuischarlie.
Je suis Charlie. Forse qualcuno che lo ha scritto, effettivamente era un lettore della rivista. I più, io credo, non lo erano (non lo sono e non lo saranno), eppure vivevano bene lo stesso. Dobbiamo diventare ora dei Charlisti? Non credo.