Una rete degli amministratori per l'attuazione della Costituzione
Stiamo vivendo la campagna elettorale per il no al referendum Costituzionale: una consultazione importante perchè se passasse la controriforma renziana ci sarebbero gravi danni per la nostra democrazia. Ma importante anche per le prospettive politiche a cui può portare.
Attorno al no si sta riaggregando un campo progressista e democratico fatto dai sindacati (Cgil in primis), partiti della sinistra, associazioni (come l'Anpi e l'Arci): un fronte progressista e costituzionale che può e deve restare in campo anche dopo il quattro dicembre.
Questa è la battaglia che, al di là dei risultati del referendum, una sinistra modernamente socialista dovrebbe porsi: non possiamo limitarci alla difesa della Costituzione formale, dobbiamo lottare per l'attuazione della Costituzione, a cominciare dai suoi principi ispiratori, scritti da una maggioranza di forze popolari (poiché elette sulla base di un coinvolgimento delle masse, vuoi nelle sezioni, vuoi nelle parrocchie), metà delle quali di cultura marxista (a partire da Pci e Psi).
Non ci sarebbero oggi i rapporti di forza per una nuova costituzione "più socialista" dell'attuale, né forse le risorse politiche ed intellettuali per proporla. Vi è invece la possibilità di ricostruire un fronte costituzionale per l'attuazione diffusa della costituzione. "Attuare la costituzione": non è un puro enunciato intelletualistico, né un proclama, ma un programma politico per una sinistra popolare e socialista, capace di proporre una seria e credibile alternativa di governo.
Una alternativa che può partire anche da un lavoro all'interno delle autonomie locali, attraverso una rete di amministratori per la Costituzione che mettano in comune buone pratiche di attuazione della Carta nata dalla Resistenza.
Adoperarsi per costituire questa rete contribuire alla ricoostruzione di un programma concreto di una credibile sinistra, entrambi assenti da troppo tempo.