Infatti, le manifestazioni si sono caratterizzate per la presenza in massa di forze fasciste, che con i loro metodi pian piano hanno allontanato i manifestanti spoliticizzati, distrutto le statue di Lenin, organizzato i pogrom verso la minoranza Russa e gli ebrei di Ucraina (testimoni i giornali Israeliani, non certo tacciabili di bolscevismo), assaltato le sedi comuniste e bruciato le case dei compagni del Pc Ucraino, tra cui la casa del segretario generale del partito Simonenko. I media borghesi, anche qui in Italia, hanno fatto passare questa gente come i rivoluzionari per la democrazia, con una campagna vergognosa.
Ribadita la piena solidarietà di Sinistra XXI al popolo Ucraino, ai compagni del Partito Comunista Ucraino e agli altri antifascisti che nel Paese hanno organizzato i comitati popolari di resistenza, riteniamo deprecabile che la maggior parte della sinistra italiana si sia dimostrata politicamente e culturalmente subalterna ai media borghesi.
Le uniche due eccezioni, che da subito si sono schierati con il popolo ed il Partito Comunista Ucraino, sono state la Rete dei Comunisti (sito Contropiano.org) e soprattutto il Partito dei Comunisti Italiani, (rivista Marx 21). Questi ultimi compagni hanno organizzato la pagina Facebook "Con l'Ucraina antifascista", riuscendo ad avere grande copertura e a far spostare altri soggetti su di un'analisi di classe.
Allarmanti, invece, le posizioni di chi, come Sinistra Ecologia Libertà, fatte poche eccezioni di compagne e compagni, ha pubblicato sul suo sito nazionale un comunicato di solidarietà coi manifestanti ucraini che sembrava preso pari pari da Repubblica, giornale tra i più impegnati nella campagna borghese pro Timoshenko.
Ovviamente, il Partito Democratico ha tenuto anch'esso questa linea, con l'eccezione in un secondo tempo dell'area Cuperlo che, assieme al Crs, si è allineata sulle giuste posizioni di Marx21.
Anche la Cgil, purtroppo, continua in politica estera una subalternità al Pd che comincia a diventare preoccupante: la massima evoluzione nelle posizioni presenti consiste nel chiedere una forza di interposizione per evitare la guerra civile. Evidentemente la ex Jugoslavia non ha insegnato nulla.
Se tale è la situazione, si capisce quanto preoccupante sia la subalternità culturale e politica della maggior parte della sinistra italiana, fatta di un radicalismo piccolo borghese che solidarizza con chiunque contesta l'autorità e si affida alle informazioni di giornali prettamente borgesi, ma anche il totale isolamento rispetto ai compagni che agiscono sul posto e che sanno interpretare correttamente le dinamiche di classe, proprio perché le vivono.
Non a caso i compagni del Pdci, i quali aderiscono a molte organizzazioni internazionali comuniste, hanno sempre una rappresentazione diretta di ciò che accade che permette loro di sviluppare analisi internazionali corrette.