Roberto Morea (coordinatore di Transform!Italia) ci ha proposto di collaborare con i gruppi di lavoro di Transform!Europe, decisi nel meeting del 18-19/09/17. Gli interessati possono inviare i propri contatti completi a sinistra21[at]gmail.com, indicando il gruppo e gli interessi di ricerca che hanno in quell'ambito.
Francesco Nurra coordinerà le risorse esistenti per garantire la migliore distribuzione nei gruppi di lavoro secondo le affinità di ricerca, la composizione dei gruppi (ricercatori o accademici guida-riferimento) e il contenuto e le intenzioni dei progetti (metodologie, campi disciplinari, bozze di progetto già esistenti). A fianco di ogni gruppo sono segnati gli attuali aderenti.
- Integrazione europea e strategie per la sinistra: Alessandro Tedde;
- Beni comuni (e nuova soggettività politica):;
- Trasformazioni della produzione economica (produzione industriale, squilibri europei, nuovo modello di sviluppo): Mattia Gambilonghi;
- Centro ed Est Europa (relazioni con i Paesi ex URSS): ;
- Mediterraneo come alternativa alla UE, con possibilità di lavoro sulla tematica delle isole (Sud come periferia d'Europa, politiche di austerity): ;
- Strategia globale e migrazioni (tra cui: relazioni con i soggetti che svolgono pratiche sociali e di accoglienza): Francesco Nurra;
- Per un diritto europeo del lavoro, linea di ricerca seguita dal giuslavorista e ricercatore Andrea Allamprese in collaborazione con Alter summit: Enrico Garrucciu, Antonino Di Maio;
Sul piano nazionale, con Transform!Italia definiremo un comune piano di ricerca (tra le possibilità, si è ipotizzato il tema della sovranità-autonomia-autogoverno).
La proposta è che ciascuno possa divenire responsabile, all'interno del centro studi del nostro think tank, della corrispondente linea di ricerca, così da poter ottimizzare il lavoro e metterlo in rete con i compagni sul territorio.
Conoscere Transform!europe
Transform!, attuale fondazione politica legata al Partito della Sinistra Europea (EL), è una rete orizzontale di 29 organizzazioni di 21 Paesi attive nel campo dell'educazione politica e dell'analisi critica scientifica, fondata nel 2001 durante il Forum sociale mondiale di Porto Alegre da un piccolo gruppo di intellettuali provenienti da sei diversi paesi europei, che rappresentavano istituti di ricerca e riviste di sinistra che volevano coordinare il loro lavoro di ricerca e didattica.
Da oltre 15 anni concentra la propria azione sul pensiero alternativo e il dialogo politico, la continua relazione con i movimenti sociali e dei lavoratori, nonché la stretta collaborazione con ricercatori critici.
La rete è coordinata da un consiglio di otto membri e il suo ufficio si trova a Vienna. transform! mantiene un sito web multilingue e pubblica un numero crescente di report, analisi e discussioni su temi legati al processo di integrazione europea.
La cooperazione con il Partito della Sinistra Europea e con i movimenti sociali europei
Transform!europe ha incentrato il proprio lavoro sull'indagine sulle forme della crisi multi-livello e la costruzione di un cammino per un'alternativa economica e sociale, in piena sintonia con il Partito della Sinistra Europea (EL), con il quale collabora, partecipando ai forum sociali internazionali (Montreal, 2016) e copromuovendo l'Università estiva (che attira molti partecipanti ed è ricca di spunti per un dialogo costruttivo tra diverse analisi e posizioni). Transform! è poi presente: al Forum delle Alternative, uno spazio permanente di dialogo della EL con le forze politiche e sociali del continente; nella rete Alter Summit, in cui aiuta a strutturare le relazioni con i movimenti sociali e i sindacati per definire strategie e attività su questioni specifiche; nella rete Blockupy, che dopo la grande battaglia contro il ruolo della Banca Centrale Europea (con decine di migliaia di persone da tutta Europa per protestare contro l'inaugurazione della nuova sede della BCE a Francoforte), si è mobilitata contro la globalizzazione neoliberale al vertice di Amburgo.
Il lavoro delle task force promosse da transform!europe (trasformazione produttiva, beni comuni, energia) e del gruppo "Change4All" coinvolgeranno gli europarlamentari EL su proposte di interventi all'Europarlamento sullle politiche economiche e sociali europee. Di particolare interesse è il gruppo di lavoro sul ruolo dell'UE nei conflitti internazionali e nelle relazioni con i paesi confinanti: la strategia dell'UE e della sinistra per affrontare la profonda crisi dell'architettura di questa istituzione è un fondamentale impegno, per cui transform! europa continuerà a mantenere aperti spazi di discussione con tutti i movimenti che criticano radicalmente l'Unione europea, continuamente allontanatasi dagli interessi e dai bisogni dei propri cittadini, perché possa essere cambiata, rifondata, e per non lasciare questa critica solo alle organizzazioni nazionaliste.
Change4all: lanciato nel 2016 nel bel mezzo del nuovo sistema di immigrazione in Europa. Le reti di solidarietà (inclusi gruppi di base, attivisti e volontari) istituiti nell'autunno 2015 hanno continuato il loro lavoro nell'aiutare i nuovi arrivati dal loro viaggio verso la sicurezza e il cambiamento, continuando a partecipare a questa sofferenza, collegandosi e sostenendo, ove possibile, l'organizzazione transnazionale. Trasnform mira a rafforzare la cooperazione e la solidarietà tra i gruppi e sostenere tutti gli sforzi verso una forte resistenza paneuropea sia all'austerità che alla valanga di politiche reazionarie (stato di emergenza, deportazioni, militarizzazione, razzismo strutturale, ecc.) dei paesi e delle istituzioni dell'UE, oltre che a contribuire al processo di articolazione delle alternative dal basso. Il 2016 è stato concepito come l’anno per dare un nuovo impulso a change4all con una nuova piattaforma interattiva e interconnettiva che potesse rispondere alle esigenze degli sforzi transnazionali di solidarietà, tenendo conto della densità del tempo politico e delle nuove possibilità di organizzazione attraverso l'accesso online e la partecipazione orizzontale.
Insieme ad attivisti provenienti da diversi paesi europei e dopo mesi di intensi lavori e scambi, abbiamo elaborato un concetto dettagliato per il prossimo passo evolutivo per change4all, pur assicurando che il nuovo lancio della pagina includa la governance democratica della piattaforma, la massima sicurezza per gli utenti e la qualità dei contenuti. Il processo, iniziato nel gennaio del 2016, è stato intensificato nel corso della riunione di lavoro di tre giorni che si è svolta a Vienna nell'aprile del 2016. Purtroppo, a causa di difficoltà tecniche e problemi che non potevano essere previsti, non abbiamo potuto lanciare la nuova piattaforma nel 2016, ma questo sarà fatto nel prossimo futuro.
Attività co-organizzate da change4all e transform!:
Change4all re-write / Verso uno strumento democratico per gli attivisti, 15-17 aprile 2016, Vienna. Workshop presso l’ufficio di transform! europe di Vienna. Undici attivisti di otto diversi paesi si sono riuniti per discutere, ripensare e ridefinire change4all. Il risultato è stato un documento concettuale dettagliato per i passi successivi di change4all.
Sabir Festival delle culture mediterranee, workshop: transizione democratica / lotta e convergenze, 12-15 maggio, Pozzalo. Incontro tra rappresentanti politici e società civile delle due sponde del Mar Mediterraneo, volto a rafforzare i movimenti democratici e le alleanze politiche della regione[7].
Alter Summit: il 25-26 novembre 2016 si è tenuta la conferenza della rete Alter Summit sul tema del lavoro con il titolo 'Rights4All Now!', che mirava a facilitare un'ampia discussione sulle odierne realtà del lavoro in Europa su quattro assi:
- lotta contro il cambiamento climatico e l'austerità: la transizione ecologica potrebbe essere la questione che ci unisce?
- Resistenza 2.0: la digitalizzazione e la spinta tecnologica portano la produzione e l'economia in una transizione. Organizzare risposte per una nuova realtà del lavoro.
- Difendere e promuovere i beni e servizi pubblici per tutti!
- Verso la convergenza delle lotte, costruire ponti per l'unità!
Abbiamo contribuito intensamente ai processi teorici, politici e organizzativi che hanno portato alla conferenza, cha riunito 200 attivisti del movimento dei lavoratori, i movimenti sociali e le reti progressiste.
Blockupy: durante il fine settimana del 6 e 7 febbraio 2016, si è tenuta la riunione di consultazione, una discussione di due giorni sul futuro dell'alleanza e sui prossimi passi, presso l'Università Tecnica di Berlino. Sotto il motto "Benvenuti nel cuore del regime della crisi - L'estate della migrazione e la questione sociale" le discussioni, riguardanti un pubblico più ampio, si sono concentrate sul riorientamento dell'alleanza per affrontare le sfide dell'attuale realtà europea [6]. Una riunione in presenza di Blockupy International si è tenuta a Bruxelles il 27 novembre per mettere a punto strategie di mobilitazione verso il G20 del 2017 in Germania.
Congresso di Berlino 2016 del IPB, Workshop: (in-) visibile, (in-) sicuro, (in-) dipendente - Il futuro attraverso il prisma della resistenza femminile. La cosiddetta "crisi europea dei rifugiati" non è neutrale. In questo workshop nel quadro del Congresso mondiale dell'Ufficio Internazionale della Pace (IPB) 2016 abbiamo cercato di esplorare la questione delle donne rifugiate e delle donne nei movimenti di solidarietà come soggetti politici.[8]
A) Programmi di ricerca: i due pilastri
1. Integrazione europea (europeisti non unionisti) e strategia della sinistra (nuovo socialismo)
Transform appare impegnata nel fornire alla Sinistra Europea indicazioni utili per elaborare una strategia europeista, pur nella critica dell'Unione.
In questo senso va letta la partecipazione di Transform alla fondazione di Diem25, una nuova iniziativa europea per la democratizzazione dell'Europa, lanciata nel febbraio 2016, il cui scopo è "mettere il demo nella democrazia dell'Europa" e agevolare un processo esplorativo sul modo di affrontare le varie crisi dell'Europa che conducono alla sua disintegrazione, in una prospettiva europea. transform! europe e change4all hanno partecipato e facilitato il processo di Diem25, costruendo confronti e relazioni stabili, fin dall'evento di lancio a Berlino e a quello di Roma, fino a promuovere l'evento pubblico di Vienna (sulle questioni dell’immigrazione e le risposte europee), tutti di molto successo.
Nella stessa ottica si è posto il Seminario "Stato dell’arte in Europa" (7-9 luglio a Berlino), organizzato da transform!europa e dalla RLF, che mirava a tracciare le prospettive e l'azione della sinistra in Europa riunendo intellettuali, esperti e attivisti per discutere sui recenti sviluppi che hanno sollevato molte domande e discussioni nella sinistra europea. I punti principali affrontati nell'evento sono stati: lo stato dell'UE, dei movimenti e della politica. La discussione è stata organizzata in 12 sessioni presentate da 26 relatori. Gli organizzatori intendono pubblicare un'edizione elettronica o stampata dei contributi del seminario.
Il programma di ricerca è "L'integrazione europea e le prospettive strategiche della sinistra radicale" ed è uno dei due pilastri dell'azione di Transform, con il compito di fornire alla sinistra europea alcune linee guida per una strategia che consenta di avere un proprio punto di vista sulla costruzione dell'Europa unità (piuttosto che dell'Unione Europea). La Referente è Angelina Giannopoulou. Gli ambiti di ricerca per il 2016 sono:
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il cosiddetto "colpo di stato" contro il primo governo di Syriza nel luglio 2015;
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gli effetti della peggiore crisi dei rifugiati sin dalla seconda guerra mondiale;
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la continua crisi della zona euro e dell'UE, nonché le proposte per il futuro provenienti da varie parti;
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la nuova strategia di governance economica e le alternative della sinistra;
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lo sviluppo di diverse tendenze politiche in varie parti dell'Europa (l'ascesa della destra estrema e populista nell'Europa centrale, orientale e settentrionale e i segnali pieni di speranza per cambiamenti progressivi nell'Europa meridionale);
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l’attuale stato degli attori politici tradizionali in Europa;
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lo stato delle socialdemocrazie e la loro interrelazione con la sinistra radicale.
Gli eventi collegati hanno coinvolto un notevole numero di persone di un ampio spettro di opinioni politiche e proveniente da vari contesti nazionali, hanno riguardato questioni cruciali per la sinistra europea. Molte delle persone coinvolte per la prima volta hanno voluto contribuire alla strategia alternativa per l'Europa contro la dottrina neoliberale attuata dalle élite europee.
L'attenzione verso la crisi delle socialdemocrazie è molto forte, probabilmente perché nell'area della SE si ipotizza una possibile generallizzazione di quanto successo in Grecia e in altri Paesi dell'Europa (la sostituzione delle vecchie forze socialdemocratiche con forze della sinistra radicale che abbiano abbandonato la pregiudiziale antigovernista). Nel 2017 la ricerca sulla social democrazia sarà una componente importante di lavoro, per la quale è prevista anche una pubblicazione.
Per questo è stata svolta la Inchiesta sulla socialdemocrazia europea: la posizione della sinistra, con un workshop (14-15 novembre a Helsinki) co-organizzato da transform! europa, RLF, Left Forum e la redazione di Sozialismus. La premessa è che la democrazia sociale europea attraversi attualmente la più grave fase di crisi dell'era del dopoguerra, riconosciuta da politici e studiosi di scienza politica. In questo contesto, la sinistra radicale appare in molti paesi europei l'unica candidatura credibile per sostituire eventualmente i socialdemocratici e attirare i loro tradizionali alleati sociali: la sua significativa crescita elettorale ha scatenato il dibattito sui rapporti con la socialdemocrazia. Al fine di inaugurare questo dialogo, l'evento ha riunito 22 partecipanti che hanno analizzato il fenomeno della democrazia sociale, anche nel contesto della sinistra radicale, per determinare il grado di rivalità o prossimità dei due attori politici (o delle tendenze).
Sempre in quest'ottica sembra inserirsi l'Indagine sui delegati del partito della sinistra europea: al III Congresso della Sinistra Europea (dicembre 2010, Parigi) è stata condotta la prima vasta indagine sul profilo demografico e politico dei delegati del Congresso EL. Il sondaggio è stato ripetuto a Madrid (dicembre 2013), rendendo possibile comparare e mettere in luce possibili cambiamenti, come il grado di rinnovamento dei componenti del Congresso, nonché il livello e il tipo di impatto che la crisi economica e finanziaria ha avuto sui partiti. L'indagine è stata ripetuta nell'ultimo congresso (16-18 dicembre 2016 a Berlino) ed è stata condotto da transform! europa con l'Istituto Nicos Poulantzas, già responsabili dell'attuazione e della segnalazione di entrambe le indagini precedenti. [2]
Sempre sulla stessa linea si pone il Workshop di struttura e strategia (3-4 marzo a Vienna),organizzato da Transform!, Fondazione Rosa Luxemburg (RLF) e Der Wandel, nel quale i coordinatori di vari partiti progressisti e di sinistra in Europa hanno avuto occasione di riflettere sulle pratiche delle loro organizzazioni e imparare dall'esperienza degli altri. Il programma prevedeva presentazioni plenarie, sessioni spotlight, discussioni peer2peer e workshop di strategia estesa. Le organizzazioni invitate sono state: KPÖ e Der Wandel (Austria), Die LINKE (Germania), Izquierda Unida e Podemos (Spagna), Syriza (Grecia), Bloco de Esquerda (Portogallo), HDP (Turchia), Združena Levica (Slovenia) e Razem (Polonia). C'erano circa 30-40 partecipanti durante i due giorni, mentre nell'evento pubblico alla fine del secondo giorno il pubblico hanno partecipato circa 200 persone.
La Conferenza "Costruire le alleanze per combattere l'austerità e la ricostruzione della democrazia in Europa" (18-20 marzo a Atene), organizzata da transform!, Syriza, il Partito della Sinistra Europea e l'Istituto Nicos Poulantzas, mirava ad analizzare i principali problemi della UE e degl Stati membri e a contribuire a creare ampie alleanze politiche e sociali per affrontare questi problemi nell'interesse della democrazia e dei popoli europei e delle classi subalterne.
I dibattiti sono stati organizzati intorno a sei assi tematici e due eventi pubblici dove 67 relatori (inclusi i moderatori) provenienti da un ampio spettro di forze politiche e sociali hanno presentato relazioni e interventi. Circa 200 persone hanno partecipato alle varie sessioni e l'evento pubblico del sabato si è svolto in una sala alla presenza di più di 600 persone. Inoltre, 43.500 persone hanno guardato la conferenza attraverso streaming live online, con 36.000 presenti all'evento pubblico di Sabato, dove Alexis Tsipras, Pierre Laurent, Declan Kearney, Ska Keller, Marisa Matias e Tania González si sono rivolti ai partecipanti. [1]
2. Economia ed industria: per nuovo modello di sviluppo
Il Progetto "Nuova governance economica" (aprile 2016 - gennaio 2017 a Bruxelles), organizzato da transform!europa e il gruppo di lavoro per la governance economica con sede a Bruxelles. Il progetto intende raccogliere le varie analisi progressive e di sinistra della governance economica dell'UE al fine di produrre una fruttuosa sintesi. Allo stesso tempo, il principale obiettivo politico è sviluppare idee e proposte concrete da una prospettiva di sinistra radicale in opposizione alla governance economica. Il progetto, sviluppato attraverso un team interdisciplinare, ha avuto due tappe principali: 1) un workshop di due giorni, svolto nel Parlamento europeo a Bruxelles il 13-14 ottobre in cui 20 partecipanti hanno presentato i loro contributi. Il workshop è stato organizzato dalla delegazione di Izquierda Unida nel GUE / NGL; 2) una relazione scritta congiunta pubblicata nel gennaio 2017, che comprende l'esito del workshop e un'introduzione completa e una conclusione che riunisce vari aspetti.
In quest'ambito si situa il secondo pilastro della ricerca di Transform. Infatti, uno dei più vasti gruppi di lavoro è quello su La trasformazione produttiva dell'Europa - Verso un nuovo modello di sviluppo, il cui referente è Maxime Benatouil (un facilitatore di progetti di transform!Europe a Parigi. Ha conseguito un Master in sociologia e scienze politiche (Studi Europei) e sta lavorando sul programma Trasformazione produttiva di transform, così come per la transform!Akademia Network, co-facilitatore in progetti di energia, lavoro e movimenti sociali europei).
La collaborazione genuina tra le forze progressive sociali e politiche è necessaria per via della grandezza delle sfide europee: forme di occupazione precarie, crescente insicurezza sociale che mette troppe vite a rischio e il dumping sociale tra e all'interno dei paesi dell'UE; il cambiamento climatico e assicurare che l'inevitabile transizione energetica sia socialmente giusta e rispettosa dei lavoratori; non lasciare il campo ai populisti di destra nel capitalizzare la persistenza della crisi e la legittima ansia causata dal modo in cui viene gestita; dare all'Europa la possibilità di superare, nell’interesse di tutti, le cosiddette asimmetrie nucleo/periferia che minano l'UE dall'interno. In quest'ottica è importante sviluppare una nuova strategia industriale a livello europeo e una ridefinizione degli standard dei diritti del lavoro.
Il programma La trasformazione produttiva dell'Europa - Verso un nuovo modello di sviluppo.
Il concetto stesso della trasformazione produttiva non implica solo la ricostruzione delle capacità produttive europee, ma anche l'istituzione di un nuovo modello di sviluppo che soddisfi i bisogni sociali e gli imperativi ecologici, avendo la democrazia economica come bussola. Un progetto ambizioso, ma necessario. Il lavoro intrapreso sulle alternative alle politiche di austerità deve essere approfondito e diffuso e può costituire anche un contributo, per quanto modesto, alla lotta contro il crescente populismo di destra, che prospera sulle ceneri della crisi. transform! europa ha sottolineato il proprio impegno rendendo il programma sulla trasformazione produttiva uno dei suoi due pilastri.
I gruppi di lavoro (Working Groups, WG)
Il programma è costituito da tre gruppi di lavoro autonomi che riuniscono sindacalisti, accademici, attivisti di movimento e attori politici provenienti da tutta Europa per affrontare le seguenti tre questioni specifiche:
- una strategia industriale progressista per l'Europa;
- una equa transizione sociale per l'Europa;
- diritti lavorativi e sociali sotto attacco.
1. WG sulla politica industriale
Abbiamo avviato il programma del 2016 con un workshop in stretta collaborazione con l'Istituto Nicos Poulantzas di Atene il 17 marzo. È stata l'occasione per dare inizio al nostro impegno di dare soluzioni politiche ed economiche alla crescente divisione tra il cosiddetto nucleo e la periferia dell'UE. La questione chiave che ha incarnato la discussione è stata: come possiamo trarre vantaggio dai potenziali e dalle complementarità delle strutture produttive nazionali e regionali, evitando in particolare gli squilibri legati ai termini commerciali e gli effetti della polarizzazione, attraverso una politica industriale di sinistra? questo ha sollevato la questione della natura stessa della pianificazione di una strategia industriale europea a livello europeo, che da una prospettiva progressista può essere solo inclusiva (attori politici e istituzioni a più livelli, sindacati, associazioni dei consumatori).
I problemi della digitalizzazione dell'economia e dell'industria 4.0 da un punto di vista del lavoro sono stati poi affrontati a Milano il 24 giugno in un workshop organizzato con Punto Rosso e l'ufficio di Bruxelles del RLF. Ha permesso una panoramica completa delle trasformazioni derivanti dalla digitalizzazione del tessuto produttivo italiano. Numerose voci sindacali hanno condiviso la loro esperienza dai luoghi di lavoro interessati da questi processi, avvertiti dei rischi per le classi lavoratrici e le soluzioni proposte - come un piano d'investimento pubblico per l'istruzione e la formazione continua - per evitare ulteriori polarizzazioni tra lavoratori altamente qualificati e bassa- mano d’opera, da sempre le prime vittime dei cambiamenti tecnologici di tale portata.
Insieme all'ufficio di Bruxelles del RLF abbiamo sentito la necessità di esplorare la possibilità di attuare una progressiva strategia industriale europea nell'attuale quadro istituzionale dell'UE. La discussione tenutasi a Parigi il 6 e 7 giugno è basata sullo studio "Che cosa deve essere prodotto? La creazione di una nuova politica industriale in Europa ", curata da Mario Pianta, ha riunito economisti progressisti per discutere con loro le sue principali conclusioni: quale spazio di manovra c'è per una progressiva politica industriale in Europa? Come può essere finanziata, tenendo conto delle debolezze del piano di Juncker? Possiamo utilizzare i servizi di interesse generale per proteggere i settori chiave dei diversi tessuti industriali nazionali? Il workshop di due giorni ha reso chiaro che c'è un desiderio di andare avanti con partner di altri settori di forze progressiste, che poi si sono concretizzate a fine ottobre a Bruxelles.
Per la prima volta abbiamo invitato i rappresentanti del partito verde europeo e della relativa fondazione, del partito della sinistra europea e della Confederazione sindacale europea, insieme ai sindacati nazionali e agli economisti eterodossi ad incontrarsi e agire per un'Europa migliore e più giusta. Il workshop di due giorni "L'Europa merita di più” tenutasi a Bruxelles il 25 e 26 ottobre è stato diviso in due sessioni di pari importanza strategica. La prima era necessaria per discutere apertamente temi come: un pacchetto di investimenti per l'Europa, l'articolazione di una transizione ecologica, industriale e energetica - in modo da rispettare i diversi ambiti politici dei partecipanti. La seconda sessione è stata più politica nel senso che abbiamo preso tempo per concordare un insieme comune di richieste di un modello progressivo di sviluppo per l'UE. Questo lavoro è servito come base per una grande conferenza europea che si è tenuta nella primavera del 2017 a Bruxelles. La politica dell'integrazione europea è in gioco. E potrebbe crollare se le forze politiche e sociali progressiste non si uniscono per promuovere una progressiva politica industriale a livello europeo. Data l'attuale situazione dei rapporti di forza del potere in Europa, non possiamo permetterci di non provarci.
2. WG sull'energia
Sotto gli auspici della parlamentare europea Cornelia Ernst (GUE / NGL), la transform! europe ha presentato il suo e-Dossier "Una nuova energia per cambiare l'Europa"[3] ai rappresentanti della società civile progressista europea e ai membri del Comitato per l'industria, la ricerca e l'energia (ITRE) del Parlamento europeo. L’impegno nella transizione energetica verso un nuovo modello di sviluppo, la democrazia energetica, le iniziative dei cittadini e il ruolo cruciale della ricerca pubblica - queste erano le questioni al centro delle discussioni del 14 giugno.
Va notato che la nostra cooperazione con l'eurodeputata Cornelia Ernst (GUE / NGL) e l'ufficio di Bruxelles del RLF è stata rafforzata nel corso dell'anno. Il risultato più significativo è stato la Conferenza europea sulla Just Transition, tenutasi a Bruxelles il 5 dicembre, attraverso la quale abbiamo creato uno spazio particolare dove sindacalisti rappresentanti di partiti di sinistra e dei verdi provenienti da tutta Europa hanno confrontato le loro opinioni su una transizione energetica socialmente equa ai lavoratori con funzionari eletti delle regioni europee che intraprendono una graduale eliminazione del carbone e/o dell'energia nucleare. Questa conferenza deve essere vista come il primo passo di uno sforzo collettivo da svolgere nel corso del 2017.
3. WG sul lavoro
(Per un diritto europeo del lavoro, linea di ricerca seguita dal giuslavorista e ricercatore Andrea Allamprese in collaborazione con Alter summit)
Lo smantellamento dei diritti del lavoro e dei diritti sociali nell'ambito dell'agenda politica dell'UE è stato intensificato sin dalla vicenda della crisi. Questo fenomeno, se è più acuto nei cosiddetti paesi periferici dell'UE, è comunque visibile ovunque in Europa - esempi della sua accelerazione sono le recenti riforme strutturali sul mercato del lavoro in Francia e in Belgio. Abbiamo perciò sentito la necessità di istituire un gruppo di lavoro che riunisse ricercatori sociali e attivisti del movimento dei lavoratori per intraprendere uno studio approfondito sulle riforme neoliberali e sulle sfide che i sindacati devono affrontare.
Il gruppo si è riunito per la prima volta a Vienna a maggio, al culmine della mobilitazione contro la cosiddetta legge del lavoro (loi travail) in Francia.
Il workshop "Diritti europei del lavoro ad un crocevia" ha riunito ricercatori, sindacalisti e attivisti sociali da tutta Europa per discutere la crescente opposizione alle riforme ispirate dall'UE nei mercati del lavoro, alle strategie sindacali e le proposte alternative, i casi di cooperazione transnazionale - con l'esempio emblematico della lotta dei lavoratori di Amazon in Polonia che ottiene il sostegno del sindacato tedesco Ver.di -, nonché le convergenze esistenti tra sindacati e movimenti sociali. Sempre più questi movimenti sociali, composti da giovani il cui unico orizzonte è stata la condizione di precarietà, si concentrano su questioni orientate al lavoro, specialmente nell'Europa meridionale. Un documento che raccoglie i risultati del workshop è stato pubblicato alla fine del 2016.
B) Gruppi di ricerca
Oltre ai programmi di ricerca riferiti ai due pilastri principali, Transform ha ulteriori gruppi di lavoro tematici. Trattandosi di ricerche "militanti", è minore il rigore nell'inquadrarle all'interno di definiti ambiti scientifici. Questo significa che spesso i temi tendono a sovrapporsi e che non esiste una suddivisione netta tra gli ambiti. L'interdisciplinarietà e il confronto con soggetti non accademici sono tenuti particolarmente in considerazione.
1. Beni Comuni
1.2.1. Referente
Roberto Morea: tra i fondatori del Roma Social Forum e di transform!Italia, di cui è attualmente direttore. Nel 2007-08 è stato Assessore alle politiche sociali (Municipio I - Comune di Roma). Membro del coordinamento europeo dell'Alter Summit e della rete Blockupy. Membro della direzione nazionale de "L'Altra Europa con Tsipras" e del comitato direttivo di transform!Europe.
1.2.2. Obiettivi
Da molti anni è stata ridefinita la battaglia contro le politiche di privatizzazione e dello smantellamento del sistema pubblico (gestione dell'acqua, trasporto, istruzione e formazione, energia e attacco all'ambiente con la devastazione dei territori), sorta dalla capacità di far luce sulle deviazioni del neoliberismo che cancellare tutto ciò che è stato costruito e conquistato collettivamente fin ai nostri giorni come parte dell'interesse pubblico nei nostri paesi.
Al di là della sua definizione storica e del suo riconoscimento negli ordinamenti legislativi pre-moderni, il termine "commons" ha oggi un significato che serve a ridefinire il terreno della battaglia politica che deve essere considerato per una trasformazione democratica e il riconoscimento dei soggetti di questa trasformazione. Il capitalismo globalizzato va di pari passo con lo smantellamento del controllo statale. Il controllo democratico è infatti una difesa di alcuni aspetti dell'interesse collettivo che, in questa battaglia per il bene comune, è stato un utile strumento di analisi e riconfigurazione di questi interessi.
1.2.3. Risultati
transform! europe segue questo percorso dai suoi inizi ed è presente nella discussione, nella quale è stato difficile armonizzare alcune opinioni divergenti all'interno della sinistra. Molti movimenti su singole tematiche sono stati sviluppati a livello nazionale e internazionale, ma è risultato difficile interpretarli come parti di un movimento unificato e le loro numerose piccole e grandi battaglie sono spesso legate al loro carattere e/o dimensione locale o d'ambito.
1.2.4. Eventi: Commons (2014), fabbriche autogestite (2016),
Il percorso intreccia temi e proposte da tradurre in un efficace attivismo. Dopo la prima riunione a Parigi del gruppo di lavoro sui Commmons del 2014, a Roma nel 2016 è stata affrontata la questione delle fabbriche autogestite dai lavoratori e del processo di ri-appropriazione sociale che si è sviluppato anche nel campo del lavoro nei paesi colpiti da de-localizzazione e dallo smantellamento di impianti produttivi.[4]
La proposta per il 2017 è trattare i temi già presentati nei seminari precedenti e ampliare la discussione sia in termini geografici che dei campi d'interesse. A marzo a Copenhagen e a Barcellona a giugno raccoglieremo esperienze e lotte specifiche e lavoreremo insieme affinché possiamo connettersi a singoli fili di analisi esistenti nelle varie reti e insieme a loro sviluppare specifiche aree di ricerca, che comprendono il rafforzamento della nostra discussione sui commons con partner come i lavoratori ei rappresentanti sindacali. Riteniamo inoltre necessario sviluppare e approfondire i lavori in questo settore con i rappresentanti politici e definire una strategia che coinvolga sia il gruppo parlamentare GUE / NGL che l'Intergruppo europeo sui beni comuni, possibilmente arrivando a una riunione a Bruxelles alla fine del 2017.
2. La strategia di trasformazione verso la regione dell'Europa centrale e orientale
Dagmar Švendová e Jiří Málek
In generale, in Europa vi è una maggiore consapevolezza che in passato del ruolo della regione dell'Europa centrale e orientale (CEE) e del suo impatto sugli affari europei. La Brexit rafforzerà ulteriormente l'importanza dei paesi dell'Europa centrale a causa della crescita del suo peso relativo.
Attualmente, i paesi della CEE comprendono il 21% della popolazione dell'UE e rappresentano il 26,5% dei posti nel Parlamento europeo. Quando il Regno Unito lascierà, la quota di popolazione dei paesi della CEE raggiungerà il 23%, con la Polonia che diventerà il quinto popolo più popoloso dell'UE. Né dovrebbe essere trascurato il ruolo geostrategico crescente della regione. Nel mondo odierno, praticamente tutti i paesi della CEE sono situati in prima linea nelle crescenti tensioni politiche e, in alcuni casi, militari, pur essendo membri della NATO.
Tutti questi paesi hanno attraversato una cosiddetta trasformazione (passaggio da economie socialiste a economie di mercato) basata sul principio del Consenso di Washington [5] e tutti sono rimasti nella periferia europea con minime possibilità di avvicinarsi alla media dell'UE entro un lasso di tempo ragionevole. La storia della regione è piena di tentativi di conseguire accordi politici che andassero in questo senso.
Alcune delle conseguenze dei processi di trasformazione delle società della regione sono state: la perdita di una rilevante rappresentanza della sinistra radicale in politica, la soppressione significativa delle opinioni di sinistra a tutti i livelli e la perdita del sostegno popolare per la sinistra.
Nella regione centro orientale sono stati eletti governi di destra in paesi come Ungheria e Polonia. Non esiste un partito di sinistra eletta che abbia ruolo di governo nazionale per controbilanciare queste tendenze negative, con le eccezioni del Partito Comunista Bohemia e Moravia (CSCS), nella Repubblica Ceca e della Sinistra Unita (Združena Levica) in Slovenia. È quindi fondamentale concentrare i nostri sforzi in questa regione.
Il 2016 è stato importante per elaborare e implementare la strategia di transform! europe per i paesi CEE. Siamo riusciti non solo a ampliare i nostri contatti, a migliorare la collaborazione con gli altri enti operanti nella regione e ad intensificare la nostra presenza, ma anche ad allargare il numero delle nostre organizzazioni osservatrici, accettando nella nostra famiglia il nuovo think tank polacco Naprzód. Inoltre, abbiamo significativamente allargato la quantità di informazioni, analisi e studi critici sulle questioni dei paesi CEE disponibili in pubblicazioni e pagine web di transform! europe. Infine, un nuovo progetto strategico a lungo termine di transform! europe si è concentrato sulla mappatura della sinistra nell’area CEE.
Queste attività hanno rivelato la volontà di condividere informazioni, esperienze diverse, buone pratiche, nonché altri aspetti della politica tra i soggetti della sinistra nell'intera area CEE. Riteniamo che, rafforzando il dialogo interregionale all'interno della CEE e della intera Europa, sia possibile creare buone condizioni per una più stretta collaborazione tra le forze di sinistra in Europa e, attraverso questo, agevolare un processo che porta alla formulazione di strategie comuni, ad esempio nella lotta contro il populismo della destra, le condizioni precarie del lavoro, ecc.