1. Dov'è la partecipazione degli iscritti?
Nella sua relazione alla direzione (che si auspica di vedere prima o poi pubblicata sul sito), il segretario affermava di voler costruire una forte identità autonoma prima di avviare le interlocuzioni a sinistra: una proposta che non si poteva non sostenere. Tuttavia, già all'indomani della direzione, egli riteneva di condurre SI ad una unificazione parlamentare con Possibile (dato che sull'unificazione partitica si era fermato tutto oltre un anno fa). Questa decisione è stata presa senza riunire l'Assemblea nazionale del partito, né la Direzione, né (salvo smentite di cui però non v'è traccia ufficiale) la segreteria nazionale.
Di più! Sinistra Italiana, a suo tempo, si è dotata di un presumibilmente costoso sistema di discussione interna e di votazione, e, a Congresso, ha addirittura inserito tra i suoi documenti fondativi la Carta della Partecipazione degli iscritti.
Come è noto, la partecipazione della base è uno dei temi a cui maggiormente teniamo e sappiamo che anche la base di SI ci tiene, come dimostra il fatto che la stessa redazione del sito internet di Sinistra Italiana ha giubilato del fatto che, invece, Possibile abbia consultato gli iscritti prima di procedere all'unificazione: "Nella valutazione di questa opportunità i parlamentari di Possibile, pur nell’assenza di vincoli che come sancito dalla Costituzione caratterizza il loro mandato, hanno comunque ritenuto doveroso interpellare la loro comunità di riferimento, e chiedere quindi che si esprimessero con un voto".
2. Per una direzione unitaria e collegiale del partito
La mancata consultazione tanto degli iscritti quanto degli organi dirigenti è una scelta che scombussola il partito: ne sono la prova non solo le telefonate che molti componenti della direzione ricevono dai territori, ma anche le stesse prese di posizione di alcuni dirigenti (ad esempio, Rosa Fioravante della D. N.).
La stessa redazione del sito giunge ad una conclusione drammatica: quanto fatto invece da Possibile è "Un esercizio di democrazia non scontato, e non così comune in altri partiti, che rende ancora più importante sottoscrivere la tessera a Possibile: una tessera libera, che si sottoscrive con pochi click su possibile.com, che è non solo politica ma elettorale, poiché consente di votare e di scegliere".
Lo shock della mancata partecipazione degli iscritti è stato tale da condurre il partito di Sinistra Italiana, nel suo sito, ad invitare a iscriversi ad un altro partito, Possibile, che ai suoi iscritti "consente di votare e di scegliere".
Cosa è successo, davvero, nella sede nazionale di SI? Tre le ipotesi possibili.
1) La redazione del sito (o il responsabile comunicazione) si è ammutinata a seguito dell'esercizio di democrazia fatto da Possibile e, con un colpo di mano redazionale (similmente a quanto accadde nell'Ordine Nuovo gramsciano), ha deciso di usare il proprio potere (la gestione del sito del partito) per un atto di disobbedienza civile, che esprime tutta la loro insofferenza per la mancanza di democrazia interna a SI in questo passaggio;
2) La redazione del sito (o chi della segreteria parla attraverso di loro), a distanza di poche settimane dal congresso, ritiene SI già superata dagli eventi e, con questo strumento, ha ritenuto di fare appello a tutti i militanti di SI di aderire in blocco ad un altro partito (così ponendosi fuori dalla stessa SI, ai sensi dell'art. I.6 dello Statuto): un originale caso di "scissione della maggioranza" che si inserirebbe nella centenaria storia di bizzarrie della sinistra radicale;
3) E' lo stesso segretario che, interpretando troppo formalmente il proprio ruolo (dal lat. mediev. secretarius, derivazione di secretum «segreto»), sta segretamente ponendo dei dubbi in merito alla costituzione di Sinistra Italiana come partito autonomo e, attraverso lo stratagemma dei gruppi e dell'esortazione all'iscrizione a Possibile, vuole promuovere un'adesione massiva al partito di Civati.
In ogni caso, è evidente che serve necessariamente una direzione unitaria e collegiale del partito, come da noi sostenuto prima del congresso, che faccia da sostegno al segretario nazionale, il quale non può essere lasciato solo nell'amministrare un partito in balia del continuo mutare degli eventi.
2.1. Aggiornamento (11/03/2017)
Nella notte tra il 10 e l'11 marzo, qualcosa è successo nella sede nazionale di SI.
Infatti, dall'articolo pubblicato ora sul sito, è scomparsa la frase originale, che riportiamo qui e che è confermata dalla stampa dell'articolo del sito di SI che è scaricabile da tutti, in allegato a questo post:
"Un esercizio di democrazia non scontato, e non così comune in altri partiti, che rende ancora più importante sottoscrivere la tessera a Possibile: una tessera libera, che si
sottoscrive con pochi click su possibile.com, che è non solo politica ma elettorale, poiché consente di votare e di scegliere".
Se non avessimo preventivamente salvato la pagina, chi oggi avesse letto il nostro sito avrebbe ritenuto che si trattasse di un post capzioso: purtroppo, non solo quanto da noi riportato è accaduto, ma la pezza è stata peggiore del buco. Infatti, il centro nazionale di Sinistra Italiana si dimostra non solo pressapochista nell'usare il sito internet del partito (suo organo di comunicazione ufficiale), ma, nella migliore tradizione burocratica, cancella (senza farvi cenno) le due frasi incriminate, così come un tempo si ritagliavano dalle foto i volti di coloro i quali venivano mandati in villeggiatura in Siberia. Non bastava scrivere, più tranquillamente: "scusate per il refuso"?
3. Per un profilo autonomo nella costruzione dell'identità di Sinistra Italiana
Allora, a fronte di questo sbandamento della linea politica nazionale, quale natura avrà Sinistra Italiana dopo questa fusione parlamentare?
Sotto il profilo ideologico, questa operazione di fusione di un partito parlamentare senza ancora una chiara identità come SI con un altro partito parlamentare, Possibile, che si riconosce come liberale e socialista non rischia di pregiudicare la definizione autonoma dell'identità di SI? Il risultato politico di una combinazione di fattori tra un partito coerentemente liberalsocialista e uno che ancora non si è dato un'identità non porterà, per parafrasare Gramsci, alla vittoria ideologica del certo sull'incerto e del sicuro sul confuso?
A Rimini, il roboante "no pasaran" che ha portato alla elezione del segretario si era fondato sul no chiaro ad "operazioni politiciste", cioè ad "aggregazioni di mero ceto politico", come quelle che, secondo taluni, avrebbero portato all'unificazione con i fuoriusciti del PD ("gruppi unitari" aveva chiesto qualcuno dal palco, prima di essere accompagnato alla porta). Ecco, cosa è cambiato in due settimane? Perché questa operazione (dal lato di SI, non da quello di Possibile che ha ottenuto il consenso del 92,77% dei 1224 votanti, pari al 25% dei suoi iscritti totali) dovrebbe essere diversa da quella proposta al congresso dagli scissionisti?
Questa unificazione con Possibile poteva essere un grande segnale di apertura di un nuovo corso unitario per il popolo della sinistra, ma è stata condotta nel peggiore dei modi: serve, infatti, una unità dal basso, piuttosto che una unità di vertice (roba da liberali!). Auspichiamo che si lavori al programma partecipato delle proposte del gruppo unitario (che forse avrebbe meritato il vaglio almeno della direzione nazionale di SI), piuttosto che alle prove tecniche di una futuribile lista di testimonianza minoritaria, sullo stile di quanto successo in alcune città nella scorsa tornata di elezioni amministrative (una fra tutte: Torino in Comune, 2,82% di lista e 3,7% al candidato sindaco Giorgio Airaudo).
*Alessandro Tedde, componente della Direzione nazionale di Sinistra Italiana
** Antonino Martino, componente dell'Assemblea nazionale di SI, primo firmatario appello "Lavoro&Partecipazione"